Archivio Tag: Marco Carcasi

AA.VV. ‘Pavilion / Paviljonas’

(MICL 2018) Otto spazi di ricerca sonora per otto artisti contemporanei lituani, questa è “Pavilion”. Compilation assemblata e promossa dal Music Information Centre Lithuania (organizzazione non governativa che supporta compositori e musicisti locali). Selezione di estratti da audio per installazioni di video art, fotografia, design, sound-art e performance. Relazioni spazio/suono/ascolto, sperimentazione vocal/testuale (giornate polari, cani […]

Paolo Sanna ‘Fluorite’

(Creative Sources 2018) Raschia una sensibile membrana, l’arte dello scultore di suono/compositore istantaneo, Paolo Sanna. Che ci riaccorda con il nostro rumble interiore, muezzinico nei silenzi notturni. Della meraviglia del ritmo di un passo sulla ghiaia. In profondo riannodo con uno scampanellio intercettato in lontananza sotto un sole non ostile. Captazioni dal quotidiano in decompressione […]

Laganà / Marletta / Gawara / Giust ‘Suoni Lenitivi Per Adulti’

(Setola Di Maiale 2018) Quattro composizioni istantanee come una pozza lisergico/infranta che par in apparenza immobile ma brulica in realtà di microscopica vita, curiosa e spettinata. Tutto nasce attorno al progetto Noma (http://noma.world) che concepisce il fare arte come risposta/reazione ad una malattia devastante come il cancro. Artisti che si incrociano/interrogano e agiscono a riguardo, […]

De Mattia / Pacorig / Maier / Giust ‘Desidero Vedere, Sento’

(Setola Di Maiale 2018) Arte resistente, quella prodotta la sera dell’11 Ottobre 2016, sul palco del Teatro San Leonardo di Bologna nell’ambito di Angelica. Spaccato d’una generazione unica, bella e bistrattata come non mai dalle nostre parti. Ruvida e libera, che produce, movimenta (i venticinque anni di Setola per dire) e argomenta (spesso con risoluta […]

U.S. Steel Cello Ensemble ‘Noise In The Library’

(Putojefe 2018) Berlinese classe 1931, Robert “Bob” Rutman è arzillo giovinottello che con la sua strumentazione metallica homemade, ha strinato le orecchie di più d’uno con il suo potente ronzamento. Ha collaborato con i Neubauten e Merce Cunningham, gli Swans, Heiner Goebbels e Robert Wilson, come dire, il vibrar del tuono, corpi in movimento e […]

MSMiroslaw / Organes De La Voix ‘Chants Funebrés Pour AHYHW’

(Trasponsonic 2018) Voce, effetti, pietre e l’archeologia rurale di un paio di nuraghi ad accoglier le performance. Spazi, impregnati di memorie di (dura) vita campestre, utilizzati come fonte d’ispirazione/espansione per una serie di sinistre polifonie vocali, ben oltre l’assalto di un brivido isolato. Ci son i canti arcaici dissezionati all’infinito, piccole particole che sputano, soffiano […]

Matt Weston ‘This Is Your Rosemont Horizon’

(7272 Music 2018) Uscita più lunga e articolata rispetto alle ultime veloci sortite cui ci aveva abituato. Riecco a noi il batterista/percussionista/compositore statunitense Matt Weston, che in occasione di quest’album 12”, si concede una performance più distesa e colloquiale. Siam sempre nell’ambito di un post-disastro elettroacustico che ingloba materia, elettronica disgregante e qualche registrazione d’ambiente. […]

Frode Haltli ‘Avant Folk’

(Hubro 2018) Un dolce ritmo, uno shuffle popolare, brillante un dialogo di corde / mantici e fiati si alza leggero ad intercettar l’orizzonte (Hug). Spaziature desertiche, introverse e dolenti, in equidistante sospensione fra Africa e Balcani (Trio). Rituale pow-wow, in tesa e progressiva tracimazione, lisergico nel suo bagliore (Kingo), che si accende di tradizione nordica […]

Christopher Chaplin ‘Paradise Lost’

(Fabrique 2018) Seconda opera solista per il musicista e compositore sperimentale (figlio d’arte con la A maiuscola), Christopher Chaplin. Ispirato dal poema epico di Milton, il seguito dell’acclamato “Je Suis Le Ténébreux” del 2016, si dipana come una opalescente rappresentazione in cui acustico e digitale, input classici e disfacimenti del suono, sezioni di austero e […]

Fauna ‘Infernum’

(Ventil 2018) Seconda uscita per la producer elettronica viennese Rana Farahani (Fauna), dopo il debut “D (r)” del 2012. Ciondolamenti estatici da club sognati in un’afosa nostalgia ottanta, bloccati sulla tangenziale dell’oggi, a bestemmiar come merde contro l’orologio che azzanna. Se la soundtrack di “Drive”, a finestrino chiuso e con l’aria condizionata che sbrezza leggera, […]