Archivio Tag: Marco Carcasi

Carlo Barbagallo ‘9’

(Trovarobato / Malintenti Dischi / Stereodischi / Noja Recordings / Wild Love Records 2017) Il musicista/compositore/sound engineer e produttore siciliano Carlo Barbagallo, in mille progetti impegnato (dal radicalismo crudo a quel che in mente vi viene, più o meno di tutto un poco), a questo giro rilascia nove brani in inglese, di mille ospiti impregnati. […]

Acre ‘Unexpected Variations’

(Creative Sources 2017) Il trio composto da Ermanno Baron (batteria/oggetti), Ginomaria Boschi (chitarra/effetti) e Marco Bonini aka uBIK (laptop/nastri e theremin), ripreso dal vivo durante un live romano del 2016 organizzato dal collettivo artistico Circuiterie al Nuovo Cinema Palazzo. Materia viva inclusiva dello spazio circostante, risonanze ed ematomi compresi, che si mostra come allucinazione soundtrack […]

WK569 ‘Omaggio a Marino Zuccheri’

(Boring Machines 2017) Una serie di impulsi elettronici fluttuanti, torsioni, crash, improvvise apparizioni ed altrettanto repentine sparizioni. Dal buio/nel buio, una serie di scie luminose che si accendono e intrecciano in suggestiva composizione istantanea. Il progetto WK569 si coagula nel 2009 attorno lo StudioWK in quel di Esine (provincia di Brescia), per volontà di Federico […]

Sandro Mussida ‘Ventuno Costellazioni Invisibili’

(Metrica 2017) Una delicata opera di minimale scomparsa nel bianco più assoluto “Ventuno Costellazioni Invisibili”. Quello dove frammenti di memoria si urtano con roteante lentezza. Piccoli tonfi attutiti, brume gelide e fragili oasi di tepore momentaneo, percezione/sedimentazione, tempo e sua espansione. Di proporzioni ed echi, silenzi e dronanti evoluzioni aggrappate direttamente alla parte più sensibile, […]

Jon Hassell ‘Dream Theory In Malaya: Fourth World Volume Two’

(Glitterbeat 2017) Di future visioni ed arcaici giochi pietra contro pietra. Sacro e sensuale, l’est e l’ovest, fluttuazioni ispirate e refoli che nel tempo segneranno indelebilmente materiali altri (Byrne, Sylvian, Gabriel, una bella fetta spessa di ambient e parecchio pop, per modi, contenuti e ambientazioni). Fra giungla rigogliosa, umida e soffocante e l’asfalto lucido di […]

Ghédalia Tazartès / Maya Dunietz ‘Schulevy Maker’

(Holotype 2017) Raschia via le muffe dagli angoli del londinese (prezioso) Café Oto, questa performance del 2 Dicembre 2013. Primo live insieme per la coppia avant formata dal culto francese Tazartès e la giovane sound artist israeliana Maya Dunietz. Campionamenti bizzarri, piano trattato, inceppi e scomposizioni digitali, oggetti manipolati e le incredibili ugole dei due […]

Giacomo Salis / Paolo Sanna Percussion Duo ‘Live at Cavallerizza Irreale’

(Plus Timbre 2017) Solito loro, una risuonante scultura di suono che in placida quiete si aggroviglia su se stessa. Normale esposizione per chi dimostra di saper intercettar il mormorio basso della terra e lo stridore acuto del cielo più alto. Tecniche strumentali estese, radicalismo free, arcaiche frequenze popolari, pietre e metalli, legni e pelli, lo […]

Audiac ‘So Waltz’

(Klangbad 2017) Il loro esordio del 2003 “Thank You For Not Discussing The Outside World”, era un buon subbuglio trip-hop/post-rock (kraut), fra creativa distorsione ed elegante scrittura da soul urbano in caleidoscopico deturpo. Produceva (e produce pure oggi), quel più di un buon segno che è Irmler dei Faust. Ci si dice ok, ci si […]

Keisuke Matsuno / Moritz Baumgärtner / Lars Graugaard ‘Crumble’

(Clang 2017) A scorticarsi mani e orecchie in una giornata di registrazione berlinese. In modalità simil power trio, fra inventiva ed esasperazione, con il drumming libero del berlinese Baumgärter a spiattellar metalli e fratturar ritmi, la chitarra elettrica di Matsuno a funkeggiar sbilenca e furente, il danese Graugaard ad inzeppar frequenze basse e stati di […]

Trio Quater ‘Trio Quater’

(Easy Finger 2017) Tre chitarre (classiche e acustiche), a darsele di santa ragione fra composizione e passaggi improvvisativi. Le coordinate, son quelle di un’alternanza tra un rilassato suono folk leggermente cotto dal sole ed evoluzioni latineggianti a maggior caratura virtuosistica. Fra Appalachi e attimi d’introversione da bruma europea sicuramente il bel fascino dell’opener The Wizard, […]