Archivio Tag: Marco Carcasi
(Gaffer Records 2016) Due performance in solitaria per la pianista berlinese Magda Mayas. Composizioni istantanee (la prima per pianoforte, la seconda per Clavinet) dentro e tutt’attorno il corpo/strumento. Sollecitandone ogni parte, intersecando toni brillanti e rattrappimenti organici. Tra tensioni e libera vibrazione, contemplazione dell’ambiente circostante e oggetti intromessi fra le corde metalliche. Carillon cageiani, circonvoluzioni […]
(Interstellar Records 2015) Sette cupi tremolii dell’animo per questa band di Innsbruck. Badalamenti e le sue frequentazioni Lynch a fornir ispirazione (e nella spettrale bruma di Amy un qualcosa se ne intravede). Poi son innocui fremiti Cure (“Seventeen Seconds” / “Faith”) ad occhieggiar nello strumentale d’apertura Wellness At One Eyed Jack’s. (Scontate) battute trance fuori […]
(Clang 2016) L’ambiente, il ronzio degli ampli, il cic ciac dei pedali, sibili e orizzonti tonali di synth, movimenti e oggetti sfiorati. Originariamente edito soltanto in Danimarca nel 2014, questo bel lavoro viene ora ristampato in tutta Europa dalla Clang. Ma non aspettatevi monoliti noise o staticità elettroacustiche isolazioniste. Più che altro, le corde di […]
(90% Wasser 2015) Decodifica cosciente e decostruzione altrettanto cosciente di una risma notevole di segnali assortiti. Azioni performative istintuali e assemblaggio balbuziente al microscopio, più che altro, il collasso del diaframma che separa l’immediato dal post. Field recordings, tasti di piano, passi e sgaloppi, zither, singing glass, synth, flauti, gongs, voci deformi da cartoon andato […]
(Hubro 2015) Onirica e fluttuante la proposta del musicista e compositore norvegese Lars Myrvoll. The Island Band, è un’ampia orchestra che accoglie componenti di band scandinave come Ultralyd, Splashgirl, MoHa, Sheriffs Of Nothingness, Datarock, Møster e Kråkesølv. Un sognante panorama di chitarre acustiche, pianoforti, bassi, viole, violini e tube, zither, programmazione e synth, batteria, voci, […]
(Boring Machines / Old Bicycle Records / Neon Produzioni 2015) Pubblicato originariamente nel 2014 per la propria pagina Bandcamp, “Pondfire” è album struggente che trova giusta e meritevole collocazione fisica (vinile). Paul Beauchamp (cofondatore del collettivo sperimentale Radon, negli industrial/tribal Sikhara, Almagest! e Blind Cave Salamander dopo il suo approdo a Torino), ricorda e omaggia […]
(Bowindo Recordings 2015) Un brivido di flicorno poi un rombo/tremito opprimente, un cielo plumbeo che non si tiene più insieme, sagome d’uccelli a sfrecciar a capofitto nella tempesta in arrivo, richiami e grida in prossimità delle nubi mentre più in basso, il movimento s’infittisce in cerca di riparo. Questa l’apertura di “Le Retour Des Oiseaux”, […]
(Bosco Rec 2016) Sintetizza e riepiloga schianto e tonfo fra dentro e fuori “Radio Stridentia”. Per l’ennesima volta, ma con maggior (parrebbe) ambizione strategica. Al solito e al netto di fraintendimenti, sempre/comunque da posizione defilata. L’esposizione in piena luce ad accentuarne la frenesia del movimento di fuga. In equilibrio fra rovina elettrica e scomposizione/fessurazione digitale. […]
(Old Bicycle Records 2015) Split numero 12 per la serie “Tape Crash”. Di giro fra Canada (Christoff) e Olanda (Jan Kees Helms – Post Mortem). Sei brani per il primo, tra field recordings, gocce di piano e qualche arpeggio meditabondo, a dir ambient non si sbaglia, di quella chiaroscurale, con lo sguardo che vaga fra […]