(Public Eyesore 2017) Il pelato cordaiolo sperimentale newyorkese (oramai storicizzato ma b uono ancorcome pane e zucchero) e la vocalist/arpista impro francese, che molto si erano incontrati in giro per palchi ma mai, avevano inciso uno gnignino di qualcosa assieme.Si attrezzano per una giornata in uno studio di NY nel Maggio 2014 e ci dan […]
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(Public Eyesore 2016) Due chitarre a macinar assoli su assoli. Il fulcro delle liberejam dei se ssanta e settanta, da Miles a Hendrix, da Santana a sbobbe prog.Nessuno stecc ato o paletto a delimitar il raggio d’azione, s’inizia, si rumina il minimo e poi via a dita scio lte.Il maestro (Kaiser) e l’allievo (Licht), a […]
(Public Eyesore 2017) Quartetto impro di scultori di suono (dal minimale al bruto) di San Francisco, dedito a un’intrigante mistura experimental, posta al crocevia fra ricerca microtonale (l’arte del libero vibrar intercettato), urti e asettiche abrasioni noise/industrial (in azione circoscritta ben definita), vertigini, mute implosioni, attriti e cupezze astrali.Strumentazione homemade e gorgogliamenti analogici, concretezze contattate […]
(eh?95 2017) L’album propone un esercizio, che si vuole sperimentale, di trasformazione del suono mediante l’amplificazione di violini e, nell’ultima lunga traccia, anche di una chitarra elettrica. Il risultato è, invero, assai scolastico. Non che la musica debba per forza “emozionare”, come oggi (ahimè) si dice; però quanto ascoltiamo in questo CD registrato presso la […]
(Public Eyesore 2017) Di etnie apparse e scomparse nel volger di un battito impro arcaico/alieno. Lande ampie, ventose assolate, fra pietra e cielo terso, di silenzi, movimenti materici ed echi misteriosi sul limite del percettibile. Il tempo e lo spazio, concetti alterati e forzati. Alan Sondheim a fornir sollecitazioni etno non ortodosse, corde, soffi, metalli […]
(Public Eyesore 2015) Ventiquattro porzioni di musiche da un altro mondo. Una valanga strumentale (al solito) che Alan Sondheim gestisce, spalleggiato (in parte) da Luke Damrosch mentre Azure Carter, c’inzuffa voce e testi ingentilendo (a tratti) il tutto. Incrocio di culture, di sovrapposizione di stralci solisti (i clarinetti di Altoclar), di deserti immaginari né Oriente […]
(Public Eyesore 2015) Di brutto, sul muso. In libera e brutalizzante congiunzione live (Philadelphia 2013). Many Arms giocano in casa (chitarra/basso/batteria, Nick Millevoi, Johnny DeBlase, Ricardo Lagomasino). Gentili gentili, metallico/ripetitivi, divorati da parassiti elettroacustici ed espansi in nevrosi dronante. Uno sputo spettacolare (l’arte del disfacimento aggressivo). Iperattività e stati di tesa agitazione. Frenesie free-jazzcore, smerigliatrici […]
(Public Eyesore 2014) Opera intima, calda e sottilmente persuasiva “Avatar Women”. Quieta delizia sospesa, incrocio di progressioni etno/dronanti, screziature impro, raga avant/futuribili e nebbioline psych folk/blues. Dove la voce di Azure Carter si distende in pose trance mediorientali, mentre l’arsenale di corde world (suroz, sarangi, oud, cura cumbus, saz elettrico, cura saz, pipa, viola, violino, […]
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